“Immagina che questo sia uno spazio ad alta dimensione di tutte le possibilità.” Ecco, questa è esattamente l’idea che si è avuta l’altra sera quando si è esibito James Holden al Qube di Roma. Che poi il concetto è lo stesso che, tradotto, va a costituire il titolo stesso del suo ultimo album “Imagine that this is a high dimensional space of all possibilities” di cui abbiamo già dato ampio riferimento su queste pagine.
Se è vero come si dice, che ogni promessa è debito, il live ha mantenuto in pieno questa aspettativa. Senza fuochi d’artificio e senza strafare. Solo la potenza cosmico spirituale della sua musica, eseguita sempre con finalità espressive stranianti, ma sempre e comunque a misura d’Uomo.
Emerge in modo preponderante una certa attitudine ad indagare sui diversi percorsi ed esperienze di quasi sessant’anni di musica psichedelica. Da Terry Riley al Franco Battiato di Fetus e Pollution, passando per la cultura della scena rave post 2000 fino alle dimensioni più intimiste e trasognanti dei suoi ultimi album, da “Inerithors” del 2013 fino ad oggi.
Il live è stato altresì corroborato dalle fantasiose e puntuali percussioni di Camilo Tirado e dall’eclettico quanto versatile polistrumentista Christopher Ruffin. Un ensemble di bravi e rodati musicisti in grande armonia tra loro e che hanno già collaborato alla stesura del più recente album di James Holden citato poc’anzi.
Nota a margine. I musicisti sono sempre stati lucidi, totalmente concentrati e performanti. Al loro fianco una semplice bottiglietta d’acqua da mezzo litro, contro la sete e il caldo. Niente alcol né droghe. Ora giusto per sfatare quel luogo comune che avrebbe anche fatto il suo tempo: chi ha detto che per usufruire di un certo tipo di musica, chiamiamola “trascendentale”, bisogna essere per forza ubriachi, o in evidente stato di alterazione psico-fisica? La domanda oltre che sorgere spontanea è naturalmente retorica e da girare eventualmente a tanti “addetti alla cultura” [cit. Battiato] poco informati o peggio ancora, in malafede. Ai posteri l’augurio di veder finalmente superato questo luogo comune ormai logoro e vecchio di decenni.
Il video è la versione estesa della performance di James Holden al Qube.
Buon ascolto / visione
(H501L: voto 9)