Questo lavoro del compositore-produttore milanese Daniele Guerrini , “X, Wheel”, si pone fra i migliori dischi usciti quest’anno. Fondatore dell’etichetta indipendente Haunter Records insieme a Francesco Birsa, Guerini esce con questo lavoro sulla berlinese PAN che si riconferma una delle label più innovative del momento. Fondato nel 2013, Heith, è un progetto con il quale Guerrini ha realizzato musiche per installazioni sonore e realtà performative muovendosi fra club e gallerie d’arte.
Difficile collocare un lavoro come questo in un genere preciso siamo difronte a un territorio di confine in cui l’impiego di mezzi digitali ed elettronici fa da collante a una miriade di altre influenze.
Il melting pot sonoro proposto da Heith impiega, infatti, elementi di musica folk, psichedelia sperimentale, ambient industriale, noise, fino all’intimismo sperimentale di un Luciano Cilio (come su “Lettera 4” che apre il disco) e a quel sound post-IDM che aleggia in molte contaminazioni contemporanee. Un’antica pergamena in copertina mostra incisioni sconosciute, il mondo di simboli a cui Heith ha attinto per il suo affresco sonoro.
Importanti sono il supporto alla batteria di Jacopo Battaglia degli ZU, alla chitarra di Leonardo Ruboli, al sax (nell’ultimo brano) di Aase Nielsen e al dijeridoo di Fabio Goldaniga.
Ma il lavoro di Heith è reso solido da ottime idee compositive, dal controllo sia dei suoni che delle linee armonico-melodiche e il disco risulta, in sostanza, più che un assieme di brani una suite immersiva e un viaggio interiore in un paesaggio fantastico. Le atmosfere sotterranee, quasi rituali, trascinano l’ascoltatore in uno stato quasi meditativo in cui si susseguono paesaggi sonori diversi in un raffinato viaggio ricco di ispirazione e di idee.
(Alex Marenga voto: 8½)